Rebel | Recensione


Titolo: Rebel
Autore: Alwyn Hamilton
Casa Editrice: Giunti
Prezzo: 10.00
Voto:💘💘💘💘💘

Trama 
Amani non ha mai avuto dubbi: è sempre stata sicura che prima o poi avrebbe trovato una via di fuga dal deserto spietato e selvaggio in cui è nata. Andarsene è sempre stato nei suoi piani. Quello che invece non si aspettava era di dover fuggire per salvarsi la vita, in compagnia di un ricercato per alto tradimento. Tiratrice infallibile, per guadagnare i soldi necessari a realizzare il suo sogno Amani partecipa infatti a una gara di tiro travestendosi da uomo. Tra gli avversari, il più temibile è Jin, uno straniero sfrontato, misterioso e affascinante. Troppo tardi Amani scoprirà che Jin è un personaggio chiave nella lotta senza quartiere tra il sultano di Miraji e il figlio in esilio, il principe Ribelle. Presto i due si troveranno a scappare attraverso un deserto durissimo e meraviglioso, popolato di personaggi e creature stupefacenti: come i bellissimi e pericolosi Buraqi, fatti di sabbia e vento ma destinati a trasformarsi in magnifici destrieri per chi abbia l'ardire di domarli; i giganteschi rapaci Roc; indomite donne guerriere dalla pelle color oro e sacerdoti capaci di leggere i ricordi altrui nell'acqua... Quando Amani e Jin si troveranno di fronte alle rovine di una città annientata da un fuoco di calore innaturale capiranno che la posta in gioco è più alta di quanto pensassero. Amani dovrà decidere se unirsi alla rivoluzione e capire se davvero quello che vuole è lasciarsi alle spalle il suo deserto.

Ho letto il primo volume di questa trilogia circa un anno fa, forse anche di più. Lo avevo amato alla follia; la storia, l'ambientazione, lo stile, i personaggi: mi era piaciuto letteralmente tutto. Per un motivo o per un altro, ho rimandato la lettura dei volumi successivi fino a qualche settimana fa. Inutile dire che li ho recuperati in un nanosecondo. Non mi voglio soffermare troppo sulla trama, volevo solo concentrarmi su quali sono, secondo me, i punti forti di questa storia.

Alwyn Hamilton è riuscita a creare una storia che coniuga la tradizione al mondo fantastico: Amani è una delle ultime ragazze in tutto il Miraji ad essere una discendente di una Contea che ancora conserva una forte tradizione orale; le storie e i racconti scandiscono lo scorrere della sua vita, soprattutto perché non sono solo parole quelle che vengono pronunciate, quei racconti fantastici, quelle leggende, sono la realtà in cui Amani vive. Questa caratteristica, che conferisce un po' le vibes de "Le mille e una notte", ha reso il racconto decisamente più coinvolgente. 

Non c'è un attimo di pausa, le scene si susseguono una dopo l'altra. Rispecchia molto l'ottica della rivolta (che in questa trilogia è un tema ben trattato, motivato e ben strutturato), che non dà un attimo di tregua a chi la porta avanti. Questo porta il lettore a girare pagina dopo pagina, senza fermarsi e senza annoiarsi.


Lo stile è assolutamente scorrevole, coinvolgente. Non c'è una parola di troppo, eppure non è scarno. Si adatta perfettamente al tipo di storia che racconta.

L'ambientazione è estremamente affascinante: un deserto, un Sultano che comanda attraverso la paura, creature fantastiche che minacciano l'esistenza dei personaggi. Il world-building è estremamente accurato, nulla da togliere all'autrice.

I personaggi ti entrano nel cuore, bastano poche frasi, poche azioni, e proprio come Amani si affeziona a loro, il lettore non può fare a meno di fare lo stesso. Molto spesso mi sono ritrovata a pensare "aw, ma che carino!" oppure "no, ma che diamine hai combinato? Questo è proprio stupido". Amani, poi, è dotata di un senso del sarcasmo che a volte mi faceva scoppiare dalle risate, altre volte mi faceva "ma che devi fare?" e altre volte mi faceva venir voglia di prenderla a schiaffi. Era da tempo che non mi sentivo così coinvolta in una storia. 

Questo e tante altre cose, di cui non posso parlare senza fare spoiler, hanno reso questa storia appassionante e avvincente, da leggere tutta d'un fiato. Se cercate una lettura (young adult) che vi coinvolga, questa fa al caso vostro.

«Sono stato in tanti posti e ho sentito opinioni contrastanti in merito, ma davvero non so cosa possa esserci dopo la morte. Però so che ci sono tante cose che mi spaventano, in questa vita. Non ho paura di morire, ma di perdere. Di scoprire di avervi trascinati tutti tra le fauci di un mostro, nella convinzione di condurvi in una grotta piena di ricchezze. Ho paura che altri possano perdere la vita a causa mia, e che il sacrificio di quelli che ci hanno già lasciato sia stato vano. Ho paura che tutto quello che è successo, tutto quello che ho fatto, finirà per essere dimenticato perché non è servito a niente.»

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